mercoledì 3 dicembre 2008


Stoppare la palla, lanciarla lontano,
colpire di testa...
E' una di quelle sere in cui vorresti tornare ai tuoi quindici anni, e prepari la borsa per gli allenamenti o la partita di calcio del giorno dopo:
scarpette, calzettoni, calzoncini preferiti, maglietta della salute nel caso faccia freddo, asciugamano, calzini e mutande pulite. Quelle buone perchè saranno visibili ai compagni di squadra.
Metterai la carta d'identità nella borsa per non dimenticarla e per ultimi ricorderai lo shampoo per i capelli lunghi, e un paio di calzini in più nel caso le scarpette siano abbondanti per via dei piedi freddi.


Ti avvierai a letto con la borsa pronta e penserai al ruolo da vestire il giorno dopo nel grande rettangolo verde, tra l'odore di piscio degli spogliatoi e le righe bianche che qualcuno avrà tracciato per i 22 piccoli uomini che scenderanno in campo. Ci sarà tè caldo tra un tempo e l'altro, qualcuno dirà parolacce all'arbitro, e l'allenatore ti dirà più di una volta di correre forte e stare sul primo palo durante i calci d'angolo. Forse farai gol, o dovrai battere un rigore, o magari farai segnare il ragazzino che domani esordirà in squadra con te nonostante sia piccolo e magro, e ha due anni in meno rispetto agli altri. Avrai la tua solita maglia, e i tuoi soliti capelli lunghi. I guanti e la tuta durante il riscaldamento, e nessun dolore ti dirà una volta di più che sei davvero un bimbo.
Durante il primo tempo avrai cinque o dieci secondi per pensare alla ragazza che hai visto il giorno prima alla fermata dell'autobus. Forse riderai pensando di poterla rivedere presto, ma avresti voglia che fosse lì a guardarti rincorrere un pallone, per farle conoscere la tua grinta, e la tua voglia di vincere.
Ci saranno urla dalla tribuna per un fallo che hai commesso ma l'arbitro non ha visto. Ti attaccherai all'avversario da marcare e cercherai di essere la sua ombra per 90 minuti, il tempo necessario per non farlo segnare....
Guarderai la panchina quando l'arbitro fermerà il gioco per una sostituzione sperando che non sia il tuo turno, e applaudirai il compagno che lascerà il campo.
Chiederai la distanza giusta all'arbitro per una barriera di uomini troppo vicina alla palla, prenderai una breve rincorsa, calcerai forte e alto per via che il portiere non ci arrivi, valuterai la sua altezza e mirerai sotto la traversa. Non potrà arrivare fin lassù.

Il mattino e l'odore del prato ti entreranno nel naso invadendoti la gola. Forse cadrai in area di rigore, per uno sgambetto malandrino che ti negherà un tiro sul primo palo. L'arbitro fischierà fallo o forse farà proseguire il gioco. Ti alzerai scuotendo la testa e saprai che alla fine dei 90' la bilancia sarà dalla parte dei coraggiosi e dei più forti. I pantaloncini forse saranno larghi, hai le gambe magre, e allora speri ci sia il completino invernale. Quello con le maglie rosse e blu e i pantaloncini neri, quelli si che mi piacciono... sono i miei preferiti.
Parlerai coi compagni andando allo stadio, e qualcuno dirà mentendo che qualche ragazza gli ha sbottonato i pantaloni, l'allenatore griderà, pretendendo che si parli solo ed esclusivamente della partita.
Avrai i muscoli stanchi e i capelli umidi dopo la doccia, a fine partita. E quando uscirai con la borsa sulle spalle, qualcuno ti dirà "bravo!!! hai giocato bene". Tu sorriderai, e ti sembrerà ti chiedano un autografo. Tornerai a casa, dirai ai tuoi com’è andata la partita, forse ci sarà qualche parente o amico a pranzo e ti farà domande. Dirai che l'arbitro ha penalizzato la tua squadra e che quel fuorigioco era inesistente, prenderai la forchetta, mentre tua madre spegnerà la luce in cucina prima di sedersi anche lei a tavola, e sarà un' ottima domenica.

.... mi dava soddisfazione
vedere il pallone gonfiare la rete
stoppare la palla,
lanciarla lontano
colpire di testa.
Correre forte
più veloce del vento
più veloce del tempo
e del mio pensiero ....

3 commenti:

Anonimo ha detto...

piove... chissà dov'è finito il mio cuore... ciao ste... un abbraccio. samu

Anonimo ha detto...

che professionista.... quando giocavo io a calcio la rete non si gonfiava mai, non perchè non segnassi mai! Non c'era proprio la rete! ciao poeta.
torno ai vinili.....

NikkoHell ha detto...

Mi mancano il vino rosso e le serate nella saletta di casa Barotti...